19 maggio 2005 - CALVI: INCHIESTA STRALCIO; 4 INDAGATI, GELLI COME MANDANTE
ANSA:
CALVI: INCHIESTA STRALCIO; 4 INDAGATI, GELLI COME MANDANTE
Con il deposito degli atti relativi alla posizione di Silvano Vittor, rimangono quattro gli indagati della procura di Roma nell’ inchiesta stralcio sulla morte di Roberto Calvi. Tra questi Licio Gelli, ritenuto uno dei mandanti dell’ omicidio.
L’ indagine bis sul delitto avvenuto a Londra il 18 giugno 1982 e’ incentrata esclusivamente su mandanti ed esecutori le cui posizioni sono emerse successivamente alla definizione di quelle di Pippo Calo’, Flavio Carboni, Manuela Kleinzig ed Ernesto Diotallevi, recentemente rinviati a giudizio per concorso in omicidio.
Gelli, in particolare, fini’ nel registro degli indagati della procura molti anni fa in seguito alle dichiarazioni del pentito di mafia Francesco Marino Mannoia nel 1991. La posizione dell’ ex capo della P2 fu successivamente archiviata. La nuova iscrizione risale allo scorso anno in seguito agli sviluppi delle indagini ed, in particolare, alla testimonianze di tre inglesi ed un italiano.
CALVI: DA NEBBIE RISPUNTA IL GUARDIANO DEL BANCHIERE VITTOR
ACCUSATO CONCORSO IN OMICIDIO, GELLI MANDANTE
Nella vicenda dell’ omicidio di Roberto Calvi rispunta dalle nebbie un personaggio che sembrava dimenticato, ma che e’ sempre stato al centro delle indagini. Silvano Vittor, ex contrabbandiere triestino, che dalla veste di testimone del delitto si ritrova ora in quella piu’ sgradevole di imputato di concorso in omicidio.
Secondo i magistrati di Roma Luca Tescaroli, Maria Monteleone e Frencesco Verusio, Vittor, l’ uomo che per conto di Flavio Carboni controllo’ l’ allora presidente del Banco Ambrosiano durante il suo soggiorno londinese, concorse nell’ omicidio. Il suo nominativo va ad aggiungersi a quello dell’ ex cassiere della mafia Pippo Calo’, dello stesso Carboni, dell’ ex convivente di quest’ ultimo Manuela Kleinszig e dell’ ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi (tutti gia’ rinviati a giudizio) tra i presunti responsabili del delitto avvenuto a Londra il 18 giugno 1982.
E dalle stesse nebbie era gia’ rispuntato, circa un anno fa, anche il nome di Licio Gelli come mandante dell’ omicidio. Il nome dell’ ex venerabile della P2, e quello di altre tre persone, fanno parte del fascicolo stralcio tuttora all’ esame dei pubblici ministeri.
L’ accusa contestata a Vittor e’ contenuta nel capo diimputazione depositato a conclusione della prima tranche dell’ inchiesta stralcio sulla morte del banchiere. Una procedura, questa, che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Ora l’auspicio dei pm romani e’ che la posizione di Vittor possa essere definita in tempo per l’ eventuale riunione (in caso di rinvio a giudizio) al processo, che comincera’ il prossimo 6 ottobre.
Alla base dell’ imputazione gli incontri di Vittor con l’ antiquario Sergio Vaccari, ucciso a coltellate tre mesi dopo l’ assassinio di Calvi e considerato un altro responsabile del delitto, le dichiarazioni di alcuni testimoni, una serie di intercettazioni e le contraddizioni nella sua ricostruzione dei fatti quando era un semplice testimone. Accuse respinte dall’ indagato il quale ha sempre rivendicato la propria estraneita’ all’ omicidio sottolineando che il suo ruolo fu solo quello di accompagnare Calvi a Londra. Per la procura, invece, Vittor e gli gli altri quattro imputati “avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso - e’ detto nel capo di imputazione - denominate Cosa nostra e Camorra cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti ale predette organizzazioni; conseguire l’ impunita’, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all’ impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior, con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro”.
Il deposito di atti degli inquirenti romani e’ avvenuto in concomitanza con le conclusioni dell’ inchiesta londinese. Calvi, per la City of London Police, fu strangolato da due o piu’ persone con una corda e impiccato ad un’ impalcatura collocata sotto il ponte dei Frati Neri. Nel 1982 il caso era stato archiviato come suicidio e solo a 20 anni di distanza riaperto.
CALVI: INCHIESTA STRALCIO; AVV. SALDARELLI, NESSUNA NOVITA’
“Non c’ e’ alcuna novita’ e Licio Gelli non ha ricevuto alcuna notifica di atti”. Lo ha detto l’ avvocato Luca Saldarelli, legale di Licio Gelli.
L’ avvocato ha detto che la notizia lo lascia “perplesso. Si tratta della vecchia iscrizione. Ma Gelli, che ho sentito nel pomeriggio, mi ha confermato di non aver ricevuto alcuna notifica”.
CALVI: LE ACCUSE CONTESTATE A SILVANO VITTOR
La procura di Roma contesta a Silvano Vittor l’accusa di omicidio di Roberto Calvi in concorso con Pippo Calo’, Flavio Carboni, Ernesto Diotallevi, Manuela Kleinzig e altre persone non ancora identificate.
Secondo i pm, Luca Tescaroli, Maria Monteleone e Francesco Derusio, i cinque “avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso - si legge nel capo di imputazione - denominate Cosa nostra e Camorra, cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti ale predette organizzazioni criminali e, in particolare, a Cosa Nostra recuperati (in tutto e in parte) prima dell’assassinio di Calvi; conseguire l’impunita’, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all’impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa, posti in essere tramite il Banco Ambrosiano e le societa’ collegate alle stesse; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior, con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro”. In particolare, per quanto concerne Vittor, le direttive a lui impartite da Flavio Carboni, secondo l’accusa, sarebbero state finalizzate ad assicurare ospitalita’ a Calvi nell’abitazione triestina dell’indagato; nel predisporre e curare la fuga del banchiere in Austria ed il successivo trasferimento a Londra dove Vittor, sempre in base alle istruzioni di Carboni, avrebbe controllato Calvi fino al momento del delitto commesso con altre persone.
CALVI: PM ROMA, VITTOR E’ UNO DEI KILLER DEL BANCHIERE
CONCLUSA INDAGINE, VERSO RICHIESTA RINVIO A GIUDIZIO
Per la procura di Roma l’ ex contrabbandiere triestino Silvano Vittor e’ uno degli autori dell’ omicidio di Roberto Calvi. L’ accusa, di concorso in omicidio volontario premeditato, e’ contenuta nel capo di imputazione emesso dai pm Luca Tescaroli e Maria Monteleone a conclusione dell’ inchiesta stralcio sulla morte del banchiere avvenuta a Londra nel giugno 1982. L’ avviso di chiusura indagine notificata all’ indagato prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
I pm romani sperano ora che la posizione dell’ indagato possa essere definita in tempo per l’ eventuale riunione (in caso di rinvio a giudizio) con il processo, che comincera’ il prossimo 6 ottobre, all’ ex cassiere della mafia Pippo Calo’, all’ uomo d’ affari Flavio Carboni, l’ ex convivente Manuela Kleinzig e l’ ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi.
Vittor e’ l’ uomo che avrebbe accompagnato Calvi a Londra nel giugno 1982 su indicazione di Carboni. I suoi incontri con Sergio Vaccari, ucciso a coltellate tre mesi dopo l’ assassinio di Calvi, considerato un altro responsabile del delitto, le dichiarazioni di alcuni testimoni, una serie di intercettazioni e le contraddizioni della sua versione sono gli elementi, per gli inquirenti, che configurano una sua responsabilita’ nella morte dell’ ex presidente del Banco Ambrosiano. Accuse respinte dall’ indagato il quale, negli interrogatori sostenuti davanti ai pm romani ed agli investigatori inglesi che si sono occupati della vicenda, ha rivendicato la propria estraneita’ ai fatti e che il suo ruolo si limito’ semplicemente ad accompagnare Calvi a Londra.
Il banchiere fu trovato impiccato il 18 giugno 1982 sotto il ponte dei Frati Neri.
20 maggio 2005 – CALVI : DAI GIORNALI
“La Repubblica”
L´inchiesta stralcio conferma le ipotesi dei pm romani. E rispunta il "quinto uomo", il triestino Vittor
"Calvi strangolato da più killer"
Svolta dalla polizia di Londra, riaperto il caso del "banchiere di Dio"
Il corpo fu appeso al Ponte dei Frati neri per simulare un suicidio. I pm: mandante Licio Gelli, capo della loggia P2
ELSA VINCI
ROMA - Ventitre anni dopo: «Fu omicidio». Il banchiere Roberto Calvi fu strangolato da due o più persone con una corda in un cantiere discarica, più tardi il suo corpo venne appeso all´impalcatura del ponte dei Frati Neri a Londra per simularne il suicidio. Le conclusioni della City police sulla morte dell´ex presidente del Banco Ambrosiano sono state trasmesse alla procura di Roma dall´Home Office, il ministero dell´Interno britannico. La seconda indagine ribalta dunque il primo verdetto della polizia londinese che chiuse il caso nel 1982 bollandolo come suicidio. Stavolta i risultati dell´inchiesta inglese convergono con quelli dei pm Maria Monteleone e Luca Tescaroli, che hanno già ottenuto il giudizio per quattro persone, il boss della mafia Pippo Calò, Flavio Carboni, Ernesto Diotallevi e Manuela Zlenszig. Adesso spunta il "quinto uomo". Nell´inchiesta stralcio torna il "guardiano" del "banchiere di Dio": Silvano Vittor, ex contrabbandiere triestino, indagato per concorso in omicidio. Il mandante, ribadiscono in procura, è Licio Gelli, ex venerabile della Loggia P2. Il suo nome compare nel fascicolo bis con quello di altre tre persone.
L´accusa a Vittor è contenuta nel capo di imputazione depositato dai pubblici ministeri a conclusione della prima parte dell´inchiesta stralcio. Tra venti giorni la richiesta di rinvio a giudizio. L´uomo ha ammesso di avere accompagnato Roberto Calvi in hotel a Londra, aggiungendo però di averlo poi perso di vista. «L´ho lasciato alle otto per andare in aeroporto e rientrare a Vienna». Non è così per i magistrati.
Secondo i pm le direttive impartite da Flavio Carboni a Vittor sarebbero state «finalizzate ad assicurare ospitalità a Calvi nell´abitazione triestina, nel predisporre e curare la fuga del banchiere in Austria e il successivo trasferimento a Londra, dove l´ex contrabbandiere avrebbe controllato Calvi sino al momento del delitto, commesso con altre persone», almeno i quattro già rinviati a giudizio. Per loro il processo comincerà il sei ottobre prossimo, l´auspicio dei magistrati è definire in tempo la posizione di Vittor e mandarlo alla sbarra con gli altri. I cinque sotto accusa, scrivono i pm, «avvalendosi di Cosa nostra e della Camorra cagionavano la morte di Roberto Calvi per punirlo di essersi impadronito di denaro appartenente a quelle organizzazioni e conseguire l´impunità». Inoltre avrebbero ucciso il banchiere «per impedirgli di esercitare potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior (la banca vaticana), con i quali (gli indagati) avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro».
L´inchiesta bis sul delitto avvenuto a Londra il 18 giugno 1982 guarda anche ai mandanti. Gelli finì sul registro degli indagati molti anni fa in seguito alle dichiarazioni del pentito di mafia Francesco Marino Mannoia, ma fu prosciolto. Il nuovo coinvolgimento dell´ex capo della P2 risale allo scorso anno. Contro di lui le testimonianze di tre inglesi e un italiano.
16 giugno 2005 - CALVI: PROCURA ROMA CHIEDE GIUDIZIO PER SILVANO VITTOR
ANSA:
CALVI: PROCURA ROMA CHIEDE GIUDIZIO PER SILVANO VITTOR
Dovra’ affrontare presumibilmente il processo Silvano Vittor, accusato di concorso nell’omicidio di Roberto Calvi, il banchiere ex presidente del Banco Ambrosiano trovato morto, impiccato a Londra sotto il ponte dei Frati Neri, nel giugno del 1982.
I pm Luca Tescaroli e Maria Monteleone hanno chiesto il giudizio per l’ex ‘guardiano’ di Calvi dopo aver chiuso l’indagine nei giorni scorsi.
Silvano Vittor, ex contrabbandiere triestino, originariamente testimone del delitto, e’ ora ufficialmente imputato di concorso in omicidio. Vittor e’ considerato dall’accusa l’ uomo che per conto di Flavio Carboni controllo’ l’ allora presidente del Banco Ambrosiano durante il suo soggiorno londinese, e che concorse nell’ omicidio. Il suo nominativo va ad aggiungersi a quello dell’ ex cassiere della mafia Pippo Calo’, dello stesso Carboni, dell’ ex convivente di quest’ ultimo Manuela Kleinszig e dell’ ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi (tutti gia’ rinviati a giudizio) tra i presunti responsabili del delitto avvenuto a Londra il 18 giugno 1982. E dalle stesse nebbie era gia’ rispuntato, circa un anno fa, anche il nome di Licio Gelli come mandante dell’ omicidio. Il nome dell’ ex venerabile della P2, e quello di altre tre persone, fanno parte del fascicolo stralcio tuttora all’ esame dei pubblici ministeri. L’ accusa contestata a Vittor e’ contenuta nel capo di imputazione depositato a conclusione della prima tranche dell’ inchiesta stralcio sulla morte del banchiere. Ora l’ auspicio dei pm romani e’ che la posizione di Vittor possa essere definita in tempo per l’ eventuale riunione (in caso di rinvio a giudizio) al processo, che comincera’ il prossimo 6 ottobre davanti alla II Corte d’Assise. Alla base dell’ imputazione vi sono gli incontri di Vittor con l’ antiquario Sergio Vaccari, ucciso a coltellate tre mesi dopo l’ assassinio di Calvi e considerato un altro responsabile del delitto, le dichiarazioni di alcuni testimoni, una serie di intercettazioni e le contraddizioni nella sua ricostruzione dei fatti quando era un semplice testimone. Accuse respinte dall’ indagato il quale ha sempre rivendicato la propria estraneita’ all’ omicidio sottolineando che il suo ruolo fu solo quello di accompagnare Calvi a Londra. Per la procura, invece, Vittor e gli gli altri quattro imputati “avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso - e’ detto nel capo di imputazione - denominate Cosa nostra e Camorra cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti ale predette organizzazioni; conseguire l’ impunita’, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all’ impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior, con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro”. La richiesta di giudizio per Vittor e’ successiva alle conclusioni dell’ inchiesta londinese. Calvi, per la City of London Police, fu strangolato da due o piu’ persone con una corda e impiccato ad un’ impalcatura collocata sotto il ponte dei Frati Neri. Nel 1982 il caso era stato archiviato come suicidio e solo a 20 anni di distanza riaperto.
ANSA:
CALVI: INCHIESTA STRALCIO; 4 INDAGATI, GELLI COME MANDANTE
Con il deposito degli atti relativi alla posizione di Silvano Vittor, rimangono quattro gli indagati della procura di Roma nell’ inchiesta stralcio sulla morte di Roberto Calvi. Tra questi Licio Gelli, ritenuto uno dei mandanti dell’ omicidio.
L’ indagine bis sul delitto avvenuto a Londra il 18 giugno 1982 e’ incentrata esclusivamente su mandanti ed esecutori le cui posizioni sono emerse successivamente alla definizione di quelle di Pippo Calo’, Flavio Carboni, Manuela Kleinzig ed Ernesto Diotallevi, recentemente rinviati a giudizio per concorso in omicidio.
Gelli, in particolare, fini’ nel registro degli indagati della procura molti anni fa in seguito alle dichiarazioni del pentito di mafia Francesco Marino Mannoia nel 1991. La posizione dell’ ex capo della P2 fu successivamente archiviata. La nuova iscrizione risale allo scorso anno in seguito agli sviluppi delle indagini ed, in particolare, alla testimonianze di tre inglesi ed un italiano.
CALVI: DA NEBBIE RISPUNTA IL GUARDIANO DEL BANCHIERE VITTOR
ACCUSATO CONCORSO IN OMICIDIO, GELLI MANDANTE
Nella vicenda dell’ omicidio di Roberto Calvi rispunta dalle nebbie un personaggio che sembrava dimenticato, ma che e’ sempre stato al centro delle indagini. Silvano Vittor, ex contrabbandiere triestino, che dalla veste di testimone del delitto si ritrova ora in quella piu’ sgradevole di imputato di concorso in omicidio.
Secondo i magistrati di Roma Luca Tescaroli, Maria Monteleone e Frencesco Verusio, Vittor, l’ uomo che per conto di Flavio Carboni controllo’ l’ allora presidente del Banco Ambrosiano durante il suo soggiorno londinese, concorse nell’ omicidio. Il suo nominativo va ad aggiungersi a quello dell’ ex cassiere della mafia Pippo Calo’, dello stesso Carboni, dell’ ex convivente di quest’ ultimo Manuela Kleinszig e dell’ ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi (tutti gia’ rinviati a giudizio) tra i presunti responsabili del delitto avvenuto a Londra il 18 giugno 1982.
E dalle stesse nebbie era gia’ rispuntato, circa un anno fa, anche il nome di Licio Gelli come mandante dell’ omicidio. Il nome dell’ ex venerabile della P2, e quello di altre tre persone, fanno parte del fascicolo stralcio tuttora all’ esame dei pubblici ministeri.
L’ accusa contestata a Vittor e’ contenuta nel capo diimputazione depositato a conclusione della prima tranche dell’ inchiesta stralcio sulla morte del banchiere. Una procedura, questa, che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Ora l’auspicio dei pm romani e’ che la posizione di Vittor possa essere definita in tempo per l’ eventuale riunione (in caso di rinvio a giudizio) al processo, che comincera’ il prossimo 6 ottobre.
Alla base dell’ imputazione gli incontri di Vittor con l’ antiquario Sergio Vaccari, ucciso a coltellate tre mesi dopo l’ assassinio di Calvi e considerato un altro responsabile del delitto, le dichiarazioni di alcuni testimoni, una serie di intercettazioni e le contraddizioni nella sua ricostruzione dei fatti quando era un semplice testimone. Accuse respinte dall’ indagato il quale ha sempre rivendicato la propria estraneita’ all’ omicidio sottolineando che il suo ruolo fu solo quello di accompagnare Calvi a Londra. Per la procura, invece, Vittor e gli gli altri quattro imputati “avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso - e’ detto nel capo di imputazione - denominate Cosa nostra e Camorra cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti ale predette organizzazioni; conseguire l’ impunita’, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all’ impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior, con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro”.
Il deposito di atti degli inquirenti romani e’ avvenuto in concomitanza con le conclusioni dell’ inchiesta londinese. Calvi, per la City of London Police, fu strangolato da due o piu’ persone con una corda e impiccato ad un’ impalcatura collocata sotto il ponte dei Frati Neri. Nel 1982 il caso era stato archiviato come suicidio e solo a 20 anni di distanza riaperto.
CALVI: INCHIESTA STRALCIO; AVV. SALDARELLI, NESSUNA NOVITA’
“Non c’ e’ alcuna novita’ e Licio Gelli non ha ricevuto alcuna notifica di atti”. Lo ha detto l’ avvocato Luca Saldarelli, legale di Licio Gelli.
L’ avvocato ha detto che la notizia lo lascia “perplesso. Si tratta della vecchia iscrizione. Ma Gelli, che ho sentito nel pomeriggio, mi ha confermato di non aver ricevuto alcuna notifica”.
CALVI: LE ACCUSE CONTESTATE A SILVANO VITTOR
La procura di Roma contesta a Silvano Vittor l’accusa di omicidio di Roberto Calvi in concorso con Pippo Calo’, Flavio Carboni, Ernesto Diotallevi, Manuela Kleinzig e altre persone non ancora identificate.
Secondo i pm, Luca Tescaroli, Maria Monteleone e Francesco Derusio, i cinque “avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso - si legge nel capo di imputazione - denominate Cosa nostra e Camorra, cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti ale predette organizzazioni criminali e, in particolare, a Cosa Nostra recuperati (in tutto e in parte) prima dell’assassinio di Calvi; conseguire l’impunita’, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all’impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa, posti in essere tramite il Banco Ambrosiano e le societa’ collegate alle stesse; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior, con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro”. In particolare, per quanto concerne Vittor, le direttive a lui impartite da Flavio Carboni, secondo l’accusa, sarebbero state finalizzate ad assicurare ospitalita’ a Calvi nell’abitazione triestina dell’indagato; nel predisporre e curare la fuga del banchiere in Austria ed il successivo trasferimento a Londra dove Vittor, sempre in base alle istruzioni di Carboni, avrebbe controllato Calvi fino al momento del delitto commesso con altre persone.
CALVI: PM ROMA, VITTOR E’ UNO DEI KILLER DEL BANCHIERE
CONCLUSA INDAGINE, VERSO RICHIESTA RINVIO A GIUDIZIO
Per la procura di Roma l’ ex contrabbandiere triestino Silvano Vittor e’ uno degli autori dell’ omicidio di Roberto Calvi. L’ accusa, di concorso in omicidio volontario premeditato, e’ contenuta nel capo di imputazione emesso dai pm Luca Tescaroli e Maria Monteleone a conclusione dell’ inchiesta stralcio sulla morte del banchiere avvenuta a Londra nel giugno 1982. L’ avviso di chiusura indagine notificata all’ indagato prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
I pm romani sperano ora che la posizione dell’ indagato possa essere definita in tempo per l’ eventuale riunione (in caso di rinvio a giudizio) con il processo, che comincera’ il prossimo 6 ottobre, all’ ex cassiere della mafia Pippo Calo’, all’ uomo d’ affari Flavio Carboni, l’ ex convivente Manuela Kleinzig e l’ ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi.
Vittor e’ l’ uomo che avrebbe accompagnato Calvi a Londra nel giugno 1982 su indicazione di Carboni. I suoi incontri con Sergio Vaccari, ucciso a coltellate tre mesi dopo l’ assassinio di Calvi, considerato un altro responsabile del delitto, le dichiarazioni di alcuni testimoni, una serie di intercettazioni e le contraddizioni della sua versione sono gli elementi, per gli inquirenti, che configurano una sua responsabilita’ nella morte dell’ ex presidente del Banco Ambrosiano. Accuse respinte dall’ indagato il quale, negli interrogatori sostenuti davanti ai pm romani ed agli investigatori inglesi che si sono occupati della vicenda, ha rivendicato la propria estraneita’ ai fatti e che il suo ruolo si limito’ semplicemente ad accompagnare Calvi a Londra.
Il banchiere fu trovato impiccato il 18 giugno 1982 sotto il ponte dei Frati Neri.
20 maggio 2005 – CALVI : DAI GIORNALI
“La Repubblica”
L´inchiesta stralcio conferma le ipotesi dei pm romani. E rispunta il "quinto uomo", il triestino Vittor
"Calvi strangolato da più killer"
Svolta dalla polizia di Londra, riaperto il caso del "banchiere di Dio"
Il corpo fu appeso al Ponte dei Frati neri per simulare un suicidio. I pm: mandante Licio Gelli, capo della loggia P2
ELSA VINCI
ROMA - Ventitre anni dopo: «Fu omicidio». Il banchiere Roberto Calvi fu strangolato da due o più persone con una corda in un cantiere discarica, più tardi il suo corpo venne appeso all´impalcatura del ponte dei Frati Neri a Londra per simularne il suicidio. Le conclusioni della City police sulla morte dell´ex presidente del Banco Ambrosiano sono state trasmesse alla procura di Roma dall´Home Office, il ministero dell´Interno britannico. La seconda indagine ribalta dunque il primo verdetto della polizia londinese che chiuse il caso nel 1982 bollandolo come suicidio. Stavolta i risultati dell´inchiesta inglese convergono con quelli dei pm Maria Monteleone e Luca Tescaroli, che hanno già ottenuto il giudizio per quattro persone, il boss della mafia Pippo Calò, Flavio Carboni, Ernesto Diotallevi e Manuela Zlenszig. Adesso spunta il "quinto uomo". Nell´inchiesta stralcio torna il "guardiano" del "banchiere di Dio": Silvano Vittor, ex contrabbandiere triestino, indagato per concorso in omicidio. Il mandante, ribadiscono in procura, è Licio Gelli, ex venerabile della Loggia P2. Il suo nome compare nel fascicolo bis con quello di altre tre persone.
L´accusa a Vittor è contenuta nel capo di imputazione depositato dai pubblici ministeri a conclusione della prima parte dell´inchiesta stralcio. Tra venti giorni la richiesta di rinvio a giudizio. L´uomo ha ammesso di avere accompagnato Roberto Calvi in hotel a Londra, aggiungendo però di averlo poi perso di vista. «L´ho lasciato alle otto per andare in aeroporto e rientrare a Vienna». Non è così per i magistrati.
Secondo i pm le direttive impartite da Flavio Carboni a Vittor sarebbero state «finalizzate ad assicurare ospitalità a Calvi nell´abitazione triestina, nel predisporre e curare la fuga del banchiere in Austria e il successivo trasferimento a Londra, dove l´ex contrabbandiere avrebbe controllato Calvi sino al momento del delitto, commesso con altre persone», almeno i quattro già rinviati a giudizio. Per loro il processo comincerà il sei ottobre prossimo, l´auspicio dei magistrati è definire in tempo la posizione di Vittor e mandarlo alla sbarra con gli altri. I cinque sotto accusa, scrivono i pm, «avvalendosi di Cosa nostra e della Camorra cagionavano la morte di Roberto Calvi per punirlo di essersi impadronito di denaro appartenente a quelle organizzazioni e conseguire l´impunità». Inoltre avrebbero ucciso il banchiere «per impedirgli di esercitare potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior (la banca vaticana), con i quali (gli indagati) avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro».
L´inchiesta bis sul delitto avvenuto a Londra il 18 giugno 1982 guarda anche ai mandanti. Gelli finì sul registro degli indagati molti anni fa in seguito alle dichiarazioni del pentito di mafia Francesco Marino Mannoia, ma fu prosciolto. Il nuovo coinvolgimento dell´ex capo della P2 risale allo scorso anno. Contro di lui le testimonianze di tre inglesi e un italiano.
16 giugno 2005 - CALVI: PROCURA ROMA CHIEDE GIUDIZIO PER SILVANO VITTOR
ANSA:
CALVI: PROCURA ROMA CHIEDE GIUDIZIO PER SILVANO VITTOR
Dovra’ affrontare presumibilmente il processo Silvano Vittor, accusato di concorso nell’omicidio di Roberto Calvi, il banchiere ex presidente del Banco Ambrosiano trovato morto, impiccato a Londra sotto il ponte dei Frati Neri, nel giugno del 1982.
I pm Luca Tescaroli e Maria Monteleone hanno chiesto il giudizio per l’ex ‘guardiano’ di Calvi dopo aver chiuso l’indagine nei giorni scorsi.
Silvano Vittor, ex contrabbandiere triestino, originariamente testimone del delitto, e’ ora ufficialmente imputato di concorso in omicidio. Vittor e’ considerato dall’accusa l’ uomo che per conto di Flavio Carboni controllo’ l’ allora presidente del Banco Ambrosiano durante il suo soggiorno londinese, e che concorse nell’ omicidio. Il suo nominativo va ad aggiungersi a quello dell’ ex cassiere della mafia Pippo Calo’, dello stesso Carboni, dell’ ex convivente di quest’ ultimo Manuela Kleinszig e dell’ ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi (tutti gia’ rinviati a giudizio) tra i presunti responsabili del delitto avvenuto a Londra il 18 giugno 1982. E dalle stesse nebbie era gia’ rispuntato, circa un anno fa, anche il nome di Licio Gelli come mandante dell’ omicidio. Il nome dell’ ex venerabile della P2, e quello di altre tre persone, fanno parte del fascicolo stralcio tuttora all’ esame dei pubblici ministeri. L’ accusa contestata a Vittor e’ contenuta nel capo di imputazione depositato a conclusione della prima tranche dell’ inchiesta stralcio sulla morte del banchiere. Ora l’ auspicio dei pm romani e’ che la posizione di Vittor possa essere definita in tempo per l’ eventuale riunione (in caso di rinvio a giudizio) al processo, che comincera’ il prossimo 6 ottobre davanti alla II Corte d’Assise. Alla base dell’ imputazione vi sono gli incontri di Vittor con l’ antiquario Sergio Vaccari, ucciso a coltellate tre mesi dopo l’ assassinio di Calvi e considerato un altro responsabile del delitto, le dichiarazioni di alcuni testimoni, una serie di intercettazioni e le contraddizioni nella sua ricostruzione dei fatti quando era un semplice testimone. Accuse respinte dall’ indagato il quale ha sempre rivendicato la propria estraneita’ all’ omicidio sottolineando che il suo ruolo fu solo quello di accompagnare Calvi a Londra. Per la procura, invece, Vittor e gli gli altri quattro imputati “avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso - e’ detto nel capo di imputazione - denominate Cosa nostra e Camorra cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti ale predette organizzazioni; conseguire l’ impunita’, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all’ impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior, con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro”. La richiesta di giudizio per Vittor e’ successiva alle conclusioni dell’ inchiesta londinese. Calvi, per la City of London Police, fu strangolato da due o piu’ persone con una corda e impiccato ad un’ impalcatura collocata sotto il ponte dei Frati Neri. Nel 1982 il caso era stato archiviato come suicidio e solo a 20 anni di distanza riaperto.
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