18 aprile 2005 - CALVI: A GIUDIZIO CALO', CARBONI, KLEINZIG E DIOTALLEVI
L' ex cassiere della mafia Pippo Calo', l' uomo d' affari Flavio Carboni, la sua ex compagna Manuela Kleinzig e l' ex boss della Banda della Magliana Ernesto Diotallevi sono stati rinviati a giudizio per rispondere dell' omicidio dell' ex presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi, trovato impiccato il 18 giugno 1982 a Londra sotto il ponte dei Frati Neri.
A disporre il rinvio a giudizio degli imputati per omicidio volontario e' stato il Gup Orlando Villoni che ha accolto le richieste dei pubblici ministeri Maria Monteleone e Luca Pescaroli. Il processo comincera' il 6 ottobre prossimo davanti alla seconda Corte di assise di Roma.
L' ex cassiere della mafia Pippo Calo', l' uomo d' affari Flavio Carboni, la sua ex compagna Manuela Kleinzig e l' ex boss della Banda della Magliana Ernesto Diotallevi sono stati rinviati a giudizio per rispondere dell' omicidio dell' ex presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi, trovato impiccato il 18 giugno 1982 a Londra sotto il ponte dei Frati Neri.
A disporre il rinvio a giudizio degli imputati per omicidio volontario e' stato il Gup Orlando Villoni che ha accolto le richieste dei pubblici ministeri Maria Monteleone e Luca Pescaroli. Il processo comincera' il 6 ottobre prossimo davanti alla seconda Corte di assise di Roma.
CALVI: CARBONI, CONTINUA LA BUFFONATA DELLA VICENDA
"Continua la buffonata. Ma non della decisione del giudice, bensi' di tutta questa vicenda". Sono le prime parole pronunciate da Flavio Carboni, dopo il suo rinvio a giudizio per la morte di Roberto Calvi.
"Secondo me - ha continuato - Calvi si e' suicidato, e spero che in giudizio verra' fuori il mio martirio personale in questa vicenda. Spero che tutto servira' a fare chiarezza. Proprio per questo, sono soddisfatto di un giudizio di questo genere che mi consentira' di dimostrare che non c' entro nulla".
CALVI: DIFESA CARBONI, FAREMO UN PROCESSO D'ATTACCO
"Il rinvio a giudizio e' stato disposto sulla base di una motivazione che da' un esito aperto in dibattimento. Faremo un processo d' attacco". Lo ha detto l' avvocato Renato Borzone, difensore, insieme con l'avvocato Anselmo De Cataldo, di Flavio Carboni.
"E' una decisione - ha continuato Borzone - molto significativa, che paragona questo giudizio con il verdetto di Londra con il quale i giudici dissero che non c' era certezza se la vicenda Calvi fosse inquadrabile come omicidio o suicidio. Oggi il giudice italiano ci dice che, quando ci sono elementi favorevoli all' accusa e altri favorevoli alla difesa, occorre il dibattimento".
Per il legale di Carboni, la difesa cerchera' in giudizio di ricostruire tutta la verita' dei fatti. "Faremo un processo d' attacco - ha concluso Borzone - C'e' una verita' parziale".
CALVI: GUP, CONSISTENZA DEL QUADRO PROBATORIO
La necessita' di svolgere un processo per l'omicidio di Roberto Calvi trova fondamento nella insussistenza di una prova di innocenza degli indagati. Questo, in sostanza, uno dei motivi che ha indotto il Gup, Orlando Villoni, a disporre 4 rinvii a giudizio per l'omicidio di Roberto Calvi. Secondo quanto si e' appreso, nel dispositivo letto dal magistrato si parla di una consistenza del quadro probatorio.
CALVI: GUP, SITUAZIONE COMPARABILE A 'VERDETTO APERTO'
"Ci si trova al cospetto di una situazione comparabile a quella del verdetto aperto (open virdict) che allo stato definisce l'esito del procedimento dinanzi alla giurisdizione britannica".
Lo scrive il Gup Orlando Villoni nel dispositivo di rinvio a giudizio dei quattro indagati accusati dell'omicidio di Roberto Calvi.
Citando la giurisprudenza della Corte di Cassazione, il magistrato afferma che "ai fini della sentenza di non luogo a procedere non e' necessario che vi sia la prova dell'innocenza dell'imputato o che si riscontri una totale mancanza di elementi a suo carico" circostanza, per Villoni, che impone una verifica in sede dibattimentale degli elementi probatori.
E parlando ancora della situazione comparabile a quella del verdetto aperto, il Gup sottolinea che "diverse (cinque) tra consulenze tecniche di parte (una anche disposta dal Pm) e perizie propendono per la tesi del suicidio: i responsi di due consulenze di parte (una peraltro nell'ambito di distinto procedimento dinanzi al foro civile) e il responso peritale dei professori Brinkmann e Capasso per quella dell'omicidio".
Citando la giurisprudenza della Corte di Cassazione, il magistrato afferma che "ai fini della sentenza di non luogo a procedere non e' necessario che vi sia la prova dell'innocenza dell'imputato o che si riscontri una totale mancanza di elementi a suo carico" circostanza, per Villoni, che impone una verifica in sede dibattimentale degli elementi probatori.
E parlando ancora della situazione comparabile a quella del verdetto aperto, il Gup sottolinea che "diverse (cinque) tra consulenze tecniche di parte (una anche disposta dal Pm) e perizie propendono per la tesi del suicidio: i responsi di due consulenze di parte (una peraltro nell'ambito di distinto procedimento dinanzi al foro civile) e il responso peritale dei professori Brinkmann e Capasso per quella dell'omicidio".
"Peraltro - si legge ancora nel dispositivo - l'obiettiva singolarita' del contesto di fatto e spazio-temporale del rinvenimento del cadavere della vittima (tra cui vale ricordare a mero titolo esemplificativo la consistente somma di denaro rinvenuta sulla sua persona e l'ubicazione del luogo dell'impiccamento in sospensione sul letto del fiume Tamigi) impone di non scartare pregiudizialmente ricostruzioni della vicenda ispirate a logica diversa da quella suicidiaria".
CALVI: PERITI CONFERMANO, COPRIDITO NON E' DEL BANCHIERE
OGGI DECISIONE GUP SU RICHIESTA GIUDIZIO PER OMICIDIO
I periti nominati dal gup di Roma Orlando Villoni hanno confermato oggi, dopo un approfondimento di indagine, che non sono di Roberto Calvi le tracce genetiche scoperte su un copridito sequestrato il 30 luglio 1982 a Flavio Carboni in Svizzera. Secondo gli esperti, che hanno svolto esami del dna, i residui trovati sull' indumento non sono neanche di Carboni, ma di un' altra persona.
Le conclusioni dei periti sono arrivate in concomitanza con il termine dell' esame della richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura di Roma per la morte dell' ex presidente della Banco Ambrosiano, trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra, nel giugno 1982.
Nelle prossime ore il gup Villoni decidera' se debbano essere processati per omicidio l' ex cassiere della mafia Pippo Calo', l' uomo d' affari Flavio Carboni, la sua ex compagna Manuela Kleinzig e l' ex boss della Banda della Magliana Ernesto Diotallevi.
L'accertamento tecnico sul copridito era stato ritenuto importante dai magistrati perche' Calvi, pochi giorni prima di morire, si feri' ad un indice mentre faceva giardinaggio e portava quindi il copridito per protezione.
CALVI: PM, CONFERMATA IMPOSTAZIONE DELL'ACCUSA
"E' stata confermata l'impostazione del quadro accusatorio. Questa decisione costituisce un punto di arrivo, ma anche di partenza". Lo ha detto il Pm, Luca Tescaroli, commentando il rinvio a giudizio di Pippo Calo', Flavio Carboni, Manuela Kleinzig e Ernesto Diotallevi per l'omicidio di Roberto Calvi.
"E' stata confermata l'impostazione del quadro accusatorio. Questa decisione costituisce un punto di arrivo, ma anche di partenza". Lo ha detto il Pm, Luca Tescaroli, commentando il rinvio a giudizio di Pippo Calo', Flavio Carboni, Manuela Kleinzig e Ernesto Diotallevi per l'omicidio di Roberto Calvi.
CALVI: A 23 ANNI DALLA MORTE SI FARA' UN PROCESSO
ACCUSATI DI OMICIDIO CALO', CARBONI, KLEINSZIG E DIOTALLEVI
A 23 anni da quello che rimane uno dei misteri della storia recente italiana, la morte dell'ex presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi, arriva la decisione di celebrare un processo per concorso in omicidio volontario aggravato.
La firma all'ordinanza che dispone il dibattimento, che comincera' il 6 ottobre prossimo, e' del gup di Roma Orlando Villoni.
Quattro gli imputati per i fatti culminati con il ritrovamento di Calvi impiccato il 18 luglio 1982 sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra: l'ex cassiere della mafia Pippo Calo', l'uomo d'affari Flavio Carboni, la sua ex compagna Manuela Kleinszig, e l'ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi.
Quattro gli imputati per i fatti culminati con il ritrovamento di Calvi impiccato il 18 luglio 1982 sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra: l'ex cassiere della mafia Pippo Calo', l'uomo d'affari Flavio Carboni, la sua ex compagna Manuela Kleinszig, e l'ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi.
Per il gup, che si e' pronunciato a conclusione di un esame della richiesta di rinvio a giudizio durato oltre un anno, il processo e' necessario per ricostruire tutti i passaggi della vicenda e, comunque, ci "si trova - e' detto nel dispositivo di rinvio a giudizio - al cospetto di una situazione comparabile a quella del verdetto aperto".
Bollato per anni come un caso di suicidio, il caso Calvi e' tornato d'attualita' quando alcune perizie hanno concluso per la tesi dell'omicidio. Secondo i pm Maria Monteleone e Luca Tescaroli, i magistrati che hanno chiesto il rinvio a giudizio dei quattro indagati, dietro la morte di Calvi ci sarebbe una serie di intrecci torbidi: la cattiva amministrazione del denaro di Cosa Nostra affidato al banchiere milanese, il pericolo di rivelazione dei segreti del riciclaggio attraverso il Banco Ambrosiano e la volonta', dei mandanti, di acquisire maggiore peso negoziale nei confronti di coloro che erano in rapporti con Calvi; massoneria, P2, Ior, referenti politici e istituzionali, enti pubblici nazionali.
Una ricostruzione che i difensori degli imputati, che da sempre rivendicano (sulla base di altre consulenze) la tesi del suicidio di Calvi, definiscono "fantasiosa".
"Secondo me - ha commentato oggi Carboni - Calvi si e' suicidato. Spero che in giudizio venga fuori il mio martirio personale. Tutta questa vicenda, non la decisione del gup, e' una buffonata". Per il pm Tescaroli, l'ordinanza di rinvio a giudizio conferma invece "l'impostazione del quadro accusatorio". "Questa decisione - ha aggiunto - costituisce un punto di arrivo, ma anche di partenza".
Sulla morte di Calvi, in procura, c' e' un secondo fascicolo aperto. Un'indagine stralcio sui mandanti dell'omicidio che vede indagate una decina di persone. E anche in Inghilterra, dove l'inchiesta fu chiusa forse troppo frettolosamente dapprima con una sentenza di suicidio e poi con un verdetto piu' aperto in cui sostanzialmente non si indicavano le cause della morte di Calvi, gli accertamenti sono ripartiti lo scorso anno sulla scorta degli sviluppi giudiziari romani.
http://www.almanaccodeimisteri.info/suicidi2005.htm
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